A Cittadella, in provincia di Padova, prosegue fino al 5 Novembre 2017 la Mostra “Bruno Munari: aria – terra”. Si tratta di una importante retrospettiva di uno degli artisti e designer più importanti del ‘900.
La foto presentata rappresenta uno dei rari gioielli disegnati da Bruno Munari nel 1975: una serie di dodici pendenti in argento che rappresentano le costellazioni dei segni zodiacali. Dischi in argento con fori realizzati a trapano con finitura lucida sul retro e spazzolata sul fronte.
Anche nella mia personale formazione di studi Bruno Munari ha rappresentato una figura fondamentale.
La sua capacità di imbrigliare la creatività dentro una logica per costruire un vero e proprio metodo di progettazione è stata fondamentale per generazioni di studenti. Tramite il suo lavoro e i suoi numerosi scritti Munari ci ha insegnato la differenza tra il lavoro dell’artista e quello del designer. L’artista non ha limiti, è libero di esprimersi con una molteplicità di mezzi e i più diversi risultati, il designer deve sempre creare muovendosi all’interno dei confini del progetto, tramite passaggi successivi entro i confini imposti dall’obiettivo che si vuole raggiungere, dall’analisi dai materiali con cui si sta lavorando che hanno spesso caratteristiche tecnologiche molto diverse.
Il progetto è corretto quando l’oggetto risponde alle sue funzioni necessarie.
Nel corso di un incontro avuto con Bruno Munari a casa sua a Milano nel 1993 in occasione della stesura della mia tesi di Laurea, che riguardava anche suoi progetti, ho imparato una cosa che mi è stata preziosa in tutti questi anni. Rimasi, infatti, molto colpita dalla quantità di oggetti, frammenti, semi, che aveva raccolto e teneva in salotto: quella visione mi ha fatto capire quanto la natura, le sue forme semplici ma spesso perfette nella loro essenzialità costituiscano un’inesauribile fonte di ispirazione. Nel mio percorso professionale questo insegnamento è stato prezioso: ogni volta che penso ad un nuovo gioiello in vetro di Murano le forme della natura costituiscono una fonte di ispirazione, un suggerimento nella creazione di nuove forme per delle perle in vetro. Bisogna sempre saper osservare attentamente anche le cose più semplici che ci circondano.
Da cosa nasce cosa insegnava Munari ed effettivamente è proprio così!
Non posso fare altro che confermare il processo di lavorazione, dato che all’età di 14 anni a Brescia, avevo eseguito tutte le forature e lucidature dei pendenti .
In ricordo dei miei primi lavori, ho conservato, alcuni dei primi pendenti forati nelle varie prove di lavorazione